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Considera dunque la loro dialettica, la loro filosofia e la loro teologia: sono pullulanti di errori, anzi per così dire sono delle Lerne di errori. In compenso, quanto invece equilibrati, quali appassionati commentatori sono, al punto che onorano (e mai senza offrire un'interpretazione compiacente in massimo grado) le affermazioni - per quanto contrarie a Cristo - del filosofo più lontano dalla religione, Aristotele, nemico pubblico e dichiarato della verità. Essi inoltre sono disposti a spogliare fino alla vergogna Cristo e tutti i suoi altari se prima non hanno coperto d'oro e di porpora fino ai capelli questo carnefice d'anime pagano e la sua infamia.
Vide ergo, cum eorum dialectica, philosophia et Theologia scateant erroribus, immo quaedam errorum lernae sint, quam aequi, quam amantes sunt invicem interpretes, adeo ut impiissimi Aristotelis, publici veritatis vel ex professo hostis, sententias quantumlibet Christo adversarias nunquam non officiosissimo interpretamento honestent, etiam Christum ante nudaturi ad ignominiam et omnia eius altaria quam hunc gentilem animarum carnificem turpitudinemque eius non penitus impurpurent et inaurent.
Condemnatio doctrinalis librorum Martini Lutheri per quosdam Magistros Nostros Lovanienses et Colonienses facta. Responsio Lutheriana ad eandem damnationem.
1520 - WA 6,186,12-18
Riferimento ad Aristotele:
Commento di Eugenio Andreatta
Le parole di Lutero sono rivolte ai professori universitari di Lovanio e di Colonia che avevano condannato la sua teologia. Lutero risponde rinfacciando la loro devozione ad Aristotele, molto più significativa della venerazione che hanno per Cristo. Il tono usato nei confronti di Aristotele è durissimo, come la scelta dei termini indica. Da notare il riferimento mitologico alla palude di Lerna, presso l'omonima città dell'Argolide, in cui stava l'idra dalle nove teste.
Database di Eugenio Andreatta
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